I racconti tra il serio e il faceto, tra l’impegnato ed il ludico che si muovono tra la realtà e il sogno, tra la Terra e il Mondo di Morfeo.
Anna
Arriverà l’autunno, l’inverno o qualcosa che assomigli alla normalità? Arriverà? Mah… non ho la necessità di sentire tutto questo caldo. Se sto in piedi, seduto, sdraiato, sudo. Se parlo, se penso, sudo; se bussano alla porta e Cane non reagisce, sudo; non ho creditori questo mese, ma alzarmi dalla poltrona è faticoso, così…non mi alzo.
Sono arrivato tardi, ma non per colpa del treno; sapevo che sarebbe stata un’impresa; il treno si è fermato ad ogni angolo; si fermava anche se non c’era stazione, forse una volta c’era…un treno romantico.
Sono rientrato e non ho fatto alcun rumore, ho salito le scale col trolley sollevato da terra.
Quando sono arrivato al terzo piano ho appoggiato il trolley traballante per terra ed ho fatto alcuni metri. Non l’avessi mai fatto, la signora Ines si è messa ad urlare:
- Ma cos’è questo casino? Non sarà mica tornato quel coglione del sud?
- Si signora Ines, sono tornato, e vedo con piacere che è ancora viva, o si tratta di un disco?
- Tie’…
- È viva, è viva…
Con il trolley sulle spalle, sono entrato in casa dove mi aspettava Cane. Stupito, ma forse neanche tanto, come per dire: tanto dove cazzo va?
Ho abbandonato il bagaglio in mezzo alla stanza, e mi sono buttato sul letto, non senza un fremito di piacere. Queste lenzuola, però, dovrò lavarle prima o poi, forse prima. E Cane…devo dargli qualcosa da mangiare… ok, fra un po’ esco a prendere qualcosa.
Il caldo infame, i rumori della strada, le luci della stazione, a questo punto, erano tutti dalla mia parte ed io mi sono addormentato, esausto.
Non ho sentito il rumore della porta che si apriva né che qualcuno entrava in casa. Uno strattone sulla spalla mi ha svegliato di soprassalto:
- …nooo ancora il biglietto? Quanti buchi dovete fargli?
- Ma quali buchi, che ci fai qui?
- Ehi, che ore sono?
- È mezzanotte, rientro ora e sono venuta a portare da mangiare a Cane…tu cosa ci fai qui?
- Dai poi ne parliamo, ora lasciami dormire, ok?
- Ok, do da mangiare a Cane. Mi siedo un momento qui accanto a te, sono stanchissima. Sai oggi quel coglione del mio collega…
- …dai ne parliamo domani, basta che non fai puzzette…
- Imbecille, vedi di non farle tu…comunque due minuti e vado via.
- Ok, fa come vuoi, io dormo…notte
- Notte
Mi addormento subito, ma non è un sonno tranquillo. Nella mia testa un vortice di pensieri si accavallano, si intrecciano, si confondono, bucano l’orizzonte e là, dove c’è la piazza assolata e deserta di Malaria, ecco Anna, la Signora Ines, Cane, Lucertola, tanta gente senza volto si avvicina al centro della piazza dove fermo come una statua di marmo c’è Sukaman, impettito, con i pugni ben piantati sui fianchi e il suo solito culone e un tubo di gomma a tracolla. Ora la piazza è affollata. Sukaman circondato guarda tutti negli occhi e tutti ne sono gratificati; ma c’è un rumore strano, indefinibile, con un ritmo regolare, non è distante, ma è come se lo fosse. Questo strano rumore infrange il sacro silenzio della piazza e tutti quanti insieme si voltano nella direzione da cui proviene il suono. Mi giro anch’io, e…
- Che fai tocchi?
- Che cazzo….
Sono saltato giù dal letto, il cuore batte a mille. Anna, addormentata accanto a me non fa una piega:
- Dai rimettiti a dormire, fra un po’ suona la sveglia…
- Va bene, va bene…
Mi affaccio alla finestra, le luci della stazione e della strada si confondono, si uniscono per illuminare meglio la notte. Tanta gente in giro, qualcuno dorme sotto un cartone circondato da buste di plastica. Chissà cosa avrà lì dentro. E quel ragazzo, si vede che è molto giovane, i capelli gialli, la pelle nera, una t-shirt colorata, mani in tasca, jeans e infradito, parla fitto fitto con quella donna in minigonna e maglietta talmente attillata che non riesce a trattenere i capezzoli prorompenti. Un cane dal manto marrone trotterella scodinzolando e passa davanti alla coppia senza curarsi di loro.
Bene, mi rimetto a dormire, forse questa volta ci riesco.
Il russare di Anna non mi infastidisce, anzi, mi diverte. Da domani le posso rompere il cazzo con un argomento in più. Cane mi guarda perplesso.
- Cane vedi di dormire, questo ci tocca.
Bim bum bam bim bam, bim bum bam bim bam, bim bum bam bim bam…
- Cos’è sta roba? Chi è che suona? Che ore sono?
- È la mia sveglia, sono le quattro
- Sono le quattro? La tua sveglia…chi cazzo sei?
- Si, lo so, sono Anna, attacco alle 5
- Anna chi? Ah, ok, attacca, attacca…
- Vuoi il caffè?
- Ma non so nemmeno se ce l’ho, fai quello che ti pare, fammi dormire, quando torni fatti sentire…con calma…se necessario
- Dolce o amaro?
- Dolce o amaro… ma non so nemmeno di cosa parli
- Ok vado, spero solo che il mio collega non rompa il cazzo questa mattina, siamo di turno insieme
- Bene, di turno… collega…
- Ok, devi cercarti un lavoro, lo sai? Te lo ricordi? Vedi di alzarti presto
- …cazzo non ci pensavo più, hai ragione, ma ora dormo ancora un paio d’ore ok?
- Ok, ok, ci vediamo…
- Si, salutami il tuo collega…
- Si, lo farò…
- Si fallo, poi vengo io…
- Meno male…a fare cosa? Dormi, dormi
- Ma noi siamo stati insieme questa notte?
- Si, ma non te ne sei nemmeno accorto
- Ahhhhh…ho capito…
- Ma cosa hai capito scimunito, per tutta la notte hai detto: signora Ines non ho fatto rumore, non ho fatto rumore… ma hai paura che ti faccia il culo?
- Io non ho paura di niente e di nessuno
- Ok ti credo, dormi, dormi…quando rientro fammi sapere, se vuoi, qualcosa sul lavoro.
Il suono dell’ambulanza mi riporta alla realtà, non potrebbe essere diversamente dal momento che vengono tutti nella mia palazzina al piano di sotto. Ma lì ci abita la signora Ines.
di Valentino Imbriani